Per l’economia una fase di «eccezionale incertezza»

Come chiuderanno il 2022 le imprese piemontesi? Giorgio Marsiaj non ha dubbi: rispetto a prima dell'estate il clima di fiducia si è molto raffreddato.

Grandangolo sulla congiunturale di previsione sul IV trimestre dell'anno

19Ott '22

Per l’economia una fase di «eccezionale incertezza»

Per l’economia una fase di «eccezionale incertezza». Come si chiuderà il 2022 a Torino e in Piemonte? Quali performance si attendono dall’economia? Dall’industria al commercio ai servizi? La risposta arriva dall’indagine congiunturale sul IV trimestre realizzata da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte attraverso le interviste a 1.300 imprese manifatturiere e dei servizi.

Per l’economia una fase di «eccezionale incertezza»

Fino a prima dell’estate, il sentiment generale era ancora cautamente ottimista ma ora il clima di fiducia si è raffreddato: viviamo nel peggiore periodo di incertezza da 15 anni a questa parte. I margini di guadagno si riducono.

Per l’economia una fase di «eccezionale incertezza». Per Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali Torino, «stiamo vivendo una fase di eccezionale incertezza». «Gli sviluppi della guerra e dell’emergenza energetica vanno oltre qualunque ragionevole previsione. L’inflazione pesa su consumi e potere d’acquisto». E in effetti gli indicatori su produzione e ordini arretrano di circa 10 punti rispetto alla rilevazione di giugno. Altri indicatori tuttavia tengono:

  • resta su livelli elevati il tasso di utilizzo degli impianti
  • rimangono positive le previsioni sull’occupazione
  • aumenta di poco il ricorso alla cassa integrazione
  • restano stabili le condizioni di pagamento

Continua invece a peggiorare – in misura molto marcata – la redditività. Le imprese sono strette tra costi in crescita (non solo energia) e impossibilità di scaricare gli aumenti sui clienti.

Metalmeccanica ed export in difficoltà

Eccezionale incertezza. A livello settoriale, ci sono ampie differenze tra manifatturiero e servizi. Le imprese manifatturiere sono molto più caute, con un saldo ottimisti-pessimisti lievemente negativo per produzione, ordini ed export. In particolare, peggiorano le attese delle imprese chimiche, metallurgiche, tessili e del legno. Nella metalmeccanica il clima di fiducia si indebolisce molto: il saldo sulla produzione perde 15 punti rispetto a giugno.

Prudenti anche le attese sull’export, con un saldo ottimisti-pessimisti pari a -5,3%, probabilmente a causa del rallentamento delle economie mondiali e della difficile situazione del commercio globale.

I prezzi aumentano

L’indagine congiunturale ha posto alle 1.300 imprese anche alcune domande sull’aumento dei prezzi. E a settembre la maggioranza degli imprenditori ha registrato aumenti di prezzo delle materie prime (75,8), dell’energia (91,3%) e dei trasporti (82,0%).

 

 

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