Il dottor Romano Ravazzani e l’ambulatorio dell’arte

Medico di base, specializzato in neuropsichiatria infantile, ha trasformato con estro la sala d'aspetto

Una galleria con opere di artisti a rotazione nel cuore liberty di Torino

04Lug '19

Il dottor Romano Ravazzani e l’ambulatorio dell’arte

Ecco l’ambulatorio dell’arte del dottor Romano Ravazzani. Qui s’incontrano estro e cura della persona. Classe 1965, sposato, padre di tre figli, è medico di base specializzato in neuropsichiatria infantile e ginecologia.
Un’opera si presta a diverse interpretazioni, soprattutto quando si può indugiare ad ammirarla. Fino a qualche anno fa, l’unico oggetto particolare presente all’interno dell’ambulatorio dell’arte era il vecchio radiatore di un’auto. Ogni giorno il dottor Ravazzani incastrava alcuni bigliettini sul cimelio, adibito per l’occasione a lavagna magnetica.

Frasi, citazioni, disegni e manifesti

L’intento era solleticare la mente dei pazienti in un lasso di tempo che a volte sembra infinito. Ma che, invece, può rendere il pensiero fluido e incline alla riflessione. In questa circostanza l’animo si trasforma in un terreno morbido, pronto ad accogliere spunti e sollecitazioni. Cosicché la straordinaria curiosità dei mutuati fece maturare il lui l’idea.

Ha trasformato la sala d’aspetto del suo ambulatorio in una galleria d’arte

Nell’ambulatorio dell’arte l’attesa cristallizza il tempo

Benvenuti a Torino, quartiere Cit Turin, via Vassalli Eandi. Un ingresso dedicato, al civico 29, immerge in un mondo inatteso, segno di attenzione e di cortesia, ma soprattutto di ricette che attingono a qualcosa di più che ai tomi di farmacologia.

«Vado in galleria a farmi visitare dal dottor Ravazzani»

Visionario e Futurabile il dottor Ravazzani. La passione per l’arte insieme alla predisposizione naturale e professionale a prendersi cura dei suoi pazienti hanno dato vita a questo piccolo gioiello nel cuore liberty di Torino. Così, quella stanza che precede un incontro di routine o d’eccezione emotiva, si è trasformata in un contenitore di quadri, statue, poster, dipinti. Qui chiunque può intrattenersi, dialogare con le opere, osservare, ma anche acquistare un pezzo. Ciclicamente, Ravazzani rinnova l’esposizione, con il supporto di Go Art Factory, per dare spazio ad artisti diversi che gli concedono le creazioni in comodato d’uso.

Il dott. Ravazzani nello studio medico

Tre volte all’anno Ravazzani organizza vernissage nel cortile interno del proprio ambulatorio. Proprio in quel giardino attira l’attenzione un tronco dipinto delle sfumature del turchese, opera di Osvaldo Neirotti, l’artista degli alberi. Egli ha dato vita a un progetto con cui colorare la vegetazione urbana che siamo abituati a ignorare poiché data per scontata. Ciò che si vede nel chiostro è la prima opera di Neirotti per il privato e i piccoli germogli che spuntano dalle superfici dipinte dimostrano la salubrità dei prodotti usati.

L'Ambulatorio dell'arte del dottor Ravazzani
Il dott. Ravazzani nel cortile, immortalato con una delle tante opere d’arte presenti

Lo stupore non si esaurisce alla sala d’aspetto

Una volta varcata la soglia dello studio vero e proprio, ma anche facendo scorrere lo sguardo sulle pareti del corridoio, ci si trova davanti a un’altra esposizione. Più personale, questa volta permanente. «Siamo nella stanza della memoria, in cui sono esposte tutte le opere che per me hanno avuto un significato particolare o che raccontano un pezzo della mia vita. – spiega il medico -. Mi potrei definire un accumulatore di spazio e un conservatore della vita vissuta». Uno spazio in cui l’esperienza umana e le sue tracce attraverso l’arte danno vita a un futuro più consapevole.

Soltanto nel suo studio medico ci sono dieci orologi

C’è poi un dipinto di Enzo Gagliardino che raffigura un muro, simbolo di come nella nostra storia abbiamo abbattuto uno, ma ne abbiamo innalzati altri tre. Un ritratto di Freud, di Lady Be, fatto con piccoli frammenti di giocattoli che rimandano ai suoi studi: mostri, donne, bambini. Poi, insegne, stampe, sedie, soprammobili, grifoni, gocciolatoi gotici, marionette. Sopra il lettino, la diatriba costante fra “male e maligno” con rappresentazioni, maschere, sculture che ne mostrano tutte le facce. E un quadro di grandi dimensioni raffigurante una donna anziana che tiene per il collo un pollo spennato sovrasta la stanza, nel tentativo di intimarci a non finire come quell’animale, quando ci si affida al parere del medico.

Ogni elemento esprime al massimo la propria valenza estetica e nel contempo agevola il medico durante le sue visite. Un ambiente pieno di spunti, al contrario di uno asettico, stimola i pazienti al dialogo, suscita ricordi. L’arte si pone come balsamo su cui far scorrere anche i sentimenti più ruvidi.

Il valore emotivo dell’arte

L’iniziativa del dottor Ravazzani intende dare respiro alla cultura e alle menti dei pazienti. «La mercificazione esasperata delle opere d’arte nei tempi odierni porta solo a urtare e avvilire i veri appassionati», confessa il medico: «Oggi infatti non parliamo più di critico, ma di curatore: colui che conosce molto bene le materie economiche e finanziarie a scapito del resto».

Forse è possibile invertire la tendenza. E la dimostrazione risiede in questo angolo nascosto di Torino dove sopravvive un concentrato di passione per l’arte. Dove passato e presente, racchiusi negli oggetti vivi della stanza, mostrano un carattere innovativo e futurabile. Ed è qui che il dottor Romano Ravazzani si prende cura dei pazienti avvicinandoli all’arte.

Clarissa Marchese (Sanremo, 1992), è laureata in Comunicazione, ICT e Media e in Scienza dell’Amministrazione e Consulenza del Lavoro. Social media manager, editor junior in Spazi Inclusi, da giugno 2019 collabora a Futurabile.

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