«Sembrava non potesse andare peggio. E invece…»

Giorgio Marsiaj, presidente dell'Unione Industriali Torino, analizza lo stato di salute dell'economia piemontese e torinese. Tra le incertezze del presente e le incognite della ripresa a settembre

Conferenza stampa nella sede dell'Unione Industriali di Torino
09Lug '22

«Sembrava non potesse andare peggio. E invece…»

«Sembrava non potesse andare peggio. E invece…». Sì, è proprio così. Sembrava avessimo toccato il fondo con la pandemia. E invece… Giorgio Marsiaj, presidente Unione Industriali di Torino, non usa giri di parole per fotografare il presente delle imprese piemontesi in occasione della presentazione dell’indagine congiunturale, realizzata in giugno da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte, insieme a Marco Gay, presidente regionale, nella sede di via Vela.

Tra incertezza e fiducia

I dati sul tavolo – raccolti su un campione di quasi 1.200 imprese manifatturiere e dei servizi – restituiscono uno scenario di grande incertezza, ma una sostanziale tenuta della fiducia delle imprese. Il peggioramento del quadro economico complessivo trova infatti, per ora, un debole riscontro nelle aspettative delle aziende. I numeri non si discostano molto dai livelli di marzo e dicembre. Un trend che interessa sia gli indicatori anticipatori (previsioni a breve su produzione, ordini e occupazione) sia quelli a consuntivo (tasso utilizzo impianti, investimenti, ritardi incassi, CIG).

La produzione tiene. La redditività peggiora

«Sembrava non potesse andare peggio. E invece…». L’indagine raccoglie le valutazioni delle imprese a poco più di tre mesi dall’invasione dell’Ucraina con effetti economici pesanti che si vanno a sommare a quelli determinati dall’escalation dell’inflazione e dei prezzi di materie prime ed energia. Le previsioni su produzione, ordini e occupazione restano favorevoli. Scende ulteriormente il ricorso alla CIG. Stabili gli investimenti. Continua a peggiorare la redditività, in linea con i forti aumenti dei costi degli input energetici e delle commodity: oltre 3 aziende su 4 segnalano aumenti dei costi delle materie prime e dell’energia.

Sulla redditività, intesa come capacità di investire e di remunerare il capitale, si è espresso Giorgio Marsiaj.

 

I settori che performano meglio

«Sembrava non potesse andare peggio. E invece…». La sensazione, dati alla mano, è che conflitto, inflazione e rincari non abbiano ancora avuto un impatto sulle prospettive a breve termine di produzione e ordini. Grazie al fatto che l’economia italiana ed europea erano in buona accelerazione, sfruttando il buon impulso della ripresa post-Covid. Le valutazioni più incoraggianti vengono da meccatronica, edilizia e indotto, cartotecnica e alimentare. Alcuni comparti dei servizi – a partire da turismo e ICT – sono in piena crescita. Mentre continua il periodo non brillante di chimica e manifatture varie. Su tutti pesano fortemente i rincari vertiginosi delle materie prime e dell’energia.

«Serve un partenariato pubblico-privato»

«I prossimi mesi non saranno sicuramente facili», ha aggiunto Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte. «E ora si è aggiunta la quasi parità Euro/Dollaro che, se da un lato probabilmente favorirà le nostre esportazioni, dall’altro aumenterà ulteriormente i costi delle forniture di gas e petrolio. Per rinforzare ed accompagnare il nostro sistema produttivo occorre, oggi, un’accelerazione nello scaricare a terra le risorse del NextGenerationEU e della prossima programmazione dei Fondi strutturali europei con un indispensabile partenariato pubblico-privato, che coinvolga le aziende di tutte le dimensioni. Servono azioni concrete».

«Recuperiamo lo spirito di corresponsabilità»

«Nonostante tutto, sia le imprese medio-grandi sia quelle di minori dimensioni hanno continuato e continuano a investire, vedendo opportunità anche in questa crisi dalle molte sfaccettature» afferma Giorgio Marsiaj. «Alla ripresa di settembre, però, se questi fattori d’incertezza non saranno almeno in parte sotto controllo, molti settori industriali, a partire da quelli più energivori, andranno incontro a seri rischi e questa spinta potrebbe esaurirsi».

Così dal presidente dell’Unione Industriali di Torino arriva un appello a recuperare uno spirito di corresponsabilità.

releated posts

ADD YOUR COMMENT

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.