Venti di crisi: la carta scompare e il gas corre

La guerra in Ucraina e il contesto geopolitico complicano la vita quotidiana. Ne parliamo con Simone Lattes e Federico Sandrone #Transition

06Apr '22

Venti di crisi: la carta scompare e il gas corre

Venti di crisi: la carta scompare e il gas corre. Il conflitto scoppiato in Ucraina con l’invasione russa e le sanzioni economiche occidentali che hanno colpito il Cremlino, stanno facendo sentire tutto il loro peso non soltanto all’interno della Federazione Russa, ma anche in Occidente.

Secondo Euromedia Research l’80% degli italiani è consapevole che le sanzioni economiche avranno ripercussioni sul proprio portafoglio.

Venti di crisi: la carta scompare e il gas corre

Il dato è importante perché la realtà sta già bussando alla nostra porta. L’interruzione o la drastica riduzione dei flussi di mercato da Ucraina e Russia ha già prodotto due effetti: l’aumento (poco giustificato) del costo del gas e la quasi irreperibilità di alcune materie prime.

Che succede? Che fare? Sentiamo Simone Lattes, ad di una storica casa editrice come Lattes Editori, che ha un ampio catalogo dedicato quasi per intero alla scuola. Molte cartiere, tutte quelle che comprano cellulosa, sono già ferme e per le case editrici è già scattato l’allarme rosso. «Noi abbiamo fatto un po’ di magazzino e per il prossimo anno scolastico non avremo problemi, ma se la situazione non evolve, non saremo in grado di garantire i libri scolastici per il 20023-24».

Non si trova la cellulosa ma, a questa carenza di materia prima, si somma anche l’esplosione del costo dell’energia. Quasi la tempesta perfetta.

Venti di crisi: la carta scompare e il gas corre. Sui costi dell’energia è interessante il punto di vista di Federico Sandrone, ad di COESA, una realtà da 30 milioni di fatturato, che si occupa di efficientemente energetico. «Il tema della dipendenza energetica dell’Italia dal gas russo e dal petrolio del Medio Oriente l’ho studiato al secondo anno di ingegneria. Il tempo è passato e la situazione, se possibile, è peggiorata».

Una dipendenza che crea più che una difficoltà di approvvigionamento, infatti al momento il gas arriva regolarmente dalla Russia, un’esplosione dei costi.

«l prezzo del gas è dato in gran parte dalla componente finanziaria. La speculazione in atto è innegabile, perché il costo industriale della materia prima non è cambiato». Un dato su tutti: nel 2021 i profitti dell’ENI erano già decuplicati. Ora la guerra e l’aumento del costo del gas sul mercato li incrementerà ulteriormente. Più di qualcuno pensa che gli effetti su famiglie e imprese del “caro energia” dovrebbe essere assorbito dai colossi del settore che macinano utili altissimi.

La soluzione al problema c’è? «La transizione energetica, di cui tanto si parla, spesso a vuoto, ora si impone. Sarà un percorso, non sarà breve, ed è necessario un mix tra rinnovabili e fossili. Inutile farsi illusioni o cullare utopie a base di soli fonti rinnovabili».

C’è voluto uno scossone terribile come una guerra ma il tempo della transizione è arrivato. Niente alibi, siamo tutti in #Transition.

 

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