Il paradosso di Torino (e non solo)

21Mag '22

Il paradosso di Torino (e non solo)

Abbiamo già ospitato la voce di Paolo Verri su questo blog, e non è un caso. Verri è uno dei più importanti manager culturali italiani. Vive a Torino e alla città della Mole ha dedicato la maggior parte delle sue energie. Se in questi giorni celebriamo per la volta numero trentaquattro il Salone Internazionale del Libro lo dobbiamo anche a lui, che ne fu direttore dal 1993 al 1997.

Quando Torino, da città fordista si ritrovò ad essere una città ex fordista, il baratro economico, sociale e culturale era a un passo. Fu la giunta guidata da Valentino Castellani, il primo sindaco eletto direttamente dai cittadini, a costruire un Piano Strategico, a immaginare la Torino del futuro. Tra coloro che ci misero olio di gomito c’era anche Paolo Verri. Torino fece due cose: puntò sulla cultura (Salone del Libro, Museo del Cinema, Olimpiadi, Italia 150) e sulla partecipazione dei cittadini al processo decisionale. Funzionò.

Poi però le cose iniziarono a funzionare meno. Per ragioni politiche (Sergio Chiamparino, succeduto a Castellani amava ancor l’idea della Torino fordista), per ragioni economiche globali (il crack del 2008), per ragioni contingenti (il tragico incidente alla Thyssenkrupp, che sconvolse la città nel profondo).

Sembrava tutto finito, in poco più di vent’anni. Lo slancio perso, i debiti (Castellani lasciò Palazzo Civico con i conti in perfetto ordine), la strana gestione ultima di Chiara Appendino, che ha smorzato ogni velleità cittadina e che gli elettori hanno punito con severità.

Forse ora si riparte. Ne “Il paradosso urbano. Nove città in cerca di futuro” (tra queste c’è anche Torino), appena uscito con Egea Editore e che in questi giorni potete trovare al Salone del Libro (spesso con l’autore in presenza), Paolo Verri prova a delineare un nuovo piano strategico anche per la città della Mole.

Il paradosso urbano, della città che deve continuamente cercare il proprio futuro, è mutuato da quello di Achille e della tartaruga. Per quanto Achille possa correre veloce, non raggiungerà mai la tartaruga. Quindi? Quindi: buona lettura.

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