Astrit, Albania

Fratelli d'Italia #6

Da Valona a Torino, Astrit ottiene la laurea in Economia e l'assunzione in una azienda del gruppo Ibm. Spiega la sua cultura, l'amore per piazza Carlina e la sua idea di futuro

Astrit Albania Futurabile
07Mar '19

Astrit, Albania

Astrit è nato nel 1991. Arriva a Torino nel gennaio del 2008. Ha 17 anni e fino ad allora non ha mai lasciato l’Albania e la sua città, Valona. “Vlora” in albanese, come il nome della nave mercantile che nell’agosto del 1991 sbarcò in Puglia con a bordo migliaia di migranti in fuga verso l’Italia. Anche Astrit arriva via mare insieme ai genitori, a bordo di un traghetto che attracca a Brindisi. Poi un treno li accompagna a Porta Nuova, dove ad attenderli ci sono la sorella e il fratello, giunti a Torino qualche anno prima.

Astrit dall’Albania in traghetto

Racconta: «Del mio arrivo ricordo ancora il freddo gelido  la mia vita stava completamente cambiando e sapevo che non sarei più tornato a vivere in Albania. Ero triste, ma anche curioso. L’Italia, Torino l’avevo immaginata parlando al telefono con i miei fratelli. Me l’aspettavo così, i palazzi erano enormi. Mi piaceva».

Nonostante sia ancora un adolescente, Astrit ha già le idee chiare.

Si iscrive subito all’istituto tecnico “Avogadro”, partendo dalla classe seconda, e tre anni dopo si diploma perito informatico. Quindi sceglie di frequentare l’università, Economia. In cinque anni si laurea. In mezzo, una parentesi di quattro mesi a Seoul, in Corea del Sud, dove riesce a dare due esami.

Tornato a Torino, lavora per un anno e mezzo alla reception della residenza universitaria di via Verdi, quindi supera due colloqui di lavoro. Viene assunto per il project management office alla “Sistemi Informativi”, azienda del gruppo Ibm.

«Iniziare a lavorare a 27 anni è un buon risultato. Ora spero di fare carriera, specializzarmi ancora di più. Ho sempre vissuto alla giornata, cercando di non stressarmi troppo».

In effetti Astrit vive così, con una leggerezza invidiabile. Ha decine di amici con cui esce la sera e gioca a calcio. «Ho sempre pensato che se ti trasferisci in un posto nuovo devi frequentare la gente del luogo, non solo i tuoi connazionali. In Albania molte cose sono diverse, quella è la mia cultura e ne vado fiero. Ma ero curioso di scoprire come si viveva in Italia, il modo di pensare dei miei coetanei torinesi».

Insieme a un amico, pochi giorni fa, Astrit ha deciso di prendere casa in affitto in via Maria Vittoria, a due passi da piazza Carlina.

«Quando ero più piccolo e passavo da queste parti pensavo: “magari un giorno abiterò qui”. Quando mi hanno assunto non ci ho pensato due volte: ho chiamato uno dei miei migliori amici e gli ho proposto di affittare l’appartamento. La sera, quando torno a casa da lavoro, mi faccio un giro in centro e se non fa troppo freddo mi fermo in una panchina di piazza Carlina, dove a volte sembra quasi che il tempo si sia fermato».

Marco Panzarella (Palermo, 1981), è arrivato a Torino per terminare gli studi universitari in Scienze della Comunicazione.  Giornalista professionista, scrive da sempre. All’inizio di sport, sua grande passione, poi un po’ di televisione e quindi la cronaca: bianca, nera e giudiziaria per l’agenzia stampa Agi. Si definisce un “freelance felice”: fra le sue collaborazioni anche Il Sole 24 Ore, Radio 24, Cose di Casa e Torino Oggi. Fa parte del network di Spazi Inclusi.

I luoghi del cuore.

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