Atp Finals: per Torino nuova beffa da 500 milioni di dollari?

La città in corsa per ospitare il torneo che chiude ogni anno la stagione tennistica con i migliori giocatori del circuito per il quinquennio 2021-2025

Ma il Governo sta frenando. E non firma la lettera d'intenti...

Atp Finals Torino rischia di perderle
12Feb '19

Atp Finals: per Torino nuova beffa da 500 milioni di dollari?

Le Atp Finals sono un evento con ricadute potenziali da 500 milioni di dollari. Un’altra beffa? Torino e lo sport torinese non la meritano. Dopo la rinuncia alle Olimpiadi 2026, con la mancata partecipazione al ticket con Milano e Cortina d’Ampezzo, c’è il rischio di un secondo capitolo. Altrettanto doloroso.

Torino è in corsa per ospitare le Atp Finals.

Le finali Atp è il torneo che chiude ogni anno la stagione tennistica con i migliori giocatori del circuito.

Torino è in corsa per il quinquennio 2021-25.

Il capoluogo piemontese è entrato nella short list di candidate alle Atp Finals che comprende Londra, attuale sede dal 2009 e fino al 2020, Manchester, Tokyo e Singapore. E ha conquistato credibilità nei confronti dell’Atp, l’associazione dei tennisti professionisti, con un lungo e certosino lavoro condotto dal Coni, Federtennis e dalle istituzioni locali.

Il dossier del capoluogo piemontese ha incontrato i favori netti della commissione giudicante, giunta in città a metà dicembre e ritornata nei giorni scorsi in gran segreto.

Torino è in piena corsa, quindi, anche se le rivali sono di peso. Londra, soprattutto, è già consolidata da dieci anni di organizzazione, vanta la O2Arena come sede di gara, la caratura di una capitale e la solidità di contratti milionari con sponsor e broadcaster. Ma Torino è piaciuta e piace tuttora a chi deve scegliere: piace il PalaAlpitour come sede di gara, piace la sinergia con il vicino Circolo della Stampa Sporting come club house. Piacciono il patrimonio storico-culturale, le potenzialità di una città “olimpica” che farebbe vivere tutto l’anno un evento che in una metropoli come Londra è “uno tra tanti”.

Ora però c’è il rischio beffa. Perché c’è una data dalla quale non si può derogare: il 15 febbraio.

Entro venerdì prossimo servono le garanzie economiche da parte del Governo, ovvero serve la sicurezza sulla “fee” d’ingresso richiesta dall’Atp che è di 78 milioni: 18 milioni per la prima edizione e 15 all’anno per le quattro successive. E qui nasce il problema. Perché il Governo, che pure aveva inviato un suo rappresentante nel giorno della “site visit” dell’Atp a dicembre, ora frena.

Il sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, ha affermato che bisogna «capire se ci sono le condizioni» per questo investimento.

Una frenata inattesa, che potrebbe riguardare le dinamiche di Governo con M5S sul sostegno ai Giochi 2026, e che soprattutto mette a serio rischio la candidatura.

È corsa contro il tempo, dunque, in attesa della scelta dell’Atp prevista ai primi di marzo a Indian Wells.

Se il 15 febbraio non verrà firmata la lettera d’intenti che assicura i 78 milioni, la candidatura salterà in aria.

Sarebbe un’altra beffa clamorosa per Torino, sarebbe un altro atto di miopia verso la potenzialità che i grandi eventi forniscono.

Perché convengono le Atp Finals? L’edizione 2018, svoltasi a fine novembre a Londra, ha attirato 244 mila spettatori negli otto giorni di gara, con 359 mila passaggi nelle aree commerciali della O2Arena. L’audience online è stata da record: oltre 200 milioni di reazioni sulle piattaforme digitale (202,6 milioni). L’evento, inoltre, viene trasmesso in 180 Paesi e ha una audience media di 95 milioni di persone.

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Si valuta che ogni edizione valga 85 milioni di dollari, moltiplicato per cinque anni fa quasi 500 milioni. Il budget per l’organizzazione a Torino parte da 50 milioni (a crescere) che sarebbero garantiti dagli sponsor, cui la task force Coni-Federtennis-istituzioni locali sta già lavorando.

In termini di ricadute economiche – tra ticketing, sponsor, diritti tv, turismo – si stima un effetto moltiplicatore di 2-3 volte ogni euro investito, un po’ come accade per gli Internazionali d’Italia di tennis di Roma (quasi 204 mila spettatori e 11,6 milioni d’incasso nell’edizione 2018).

Conviene davvero perdere un’altra occasione per Torino?

Filippo Bonsignore (Torino, 1978) è laureato in economia aziendale. Giornalista professionista,  ha collaborato per dodici anni con Il Sole-24 Ore e successivamente con l’Agenzia Ansa. Segue da dieci anni quotidianamente la Juventus, si occupa anche di calciomercato, stadi e basket. Ha seguito tre finali di Champions League, una Olimpiade e un Mondiale di volley. Attualmente collabora con il Corriere della Sera e con il Corriere dello Sport. È vicepresidente vicario dell’Ussi Subalpina, l’associazione dei giornalisti sportivi del Piemonte. È nel networking di Spazi Inclusi.

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