A Torino il terziario fa fatica. Perché? L’ex città italiana industriale della Fiat stenta a rinnovarsi? È per questa sua fortissima vocazione industriale che negli ultimi decenni ha dimostrato una certa “allergia” a convertirsi al terziario? O, addirittura, non vuole “arrendersi” alla diffusione di un settore spesso etichettato impropriamente come “improduttivo”?
Spiega l’economista Giuseppe Russo, direttore del Centro Einaudi:
«Oggi Torino deve fare un salto di qualità. Capire che industria e terziario non sono in contraddizione. Perché a unirli è la tecnologia».
Aggiunge Russo: «il valore aggiunto pro capite del settore dei servizi registra nell’area torinese il livello più basso del Centro Nord e uno dei minori incrementi recenti».
È una sfida, quella del settore economico dei servizi, da prendere in carico senza indugi.
Oggi, nelle economie mondiali più sviluppate, l’occupazione nel settore dei servizi rappresenta l’80% del totale. Ma Torino non supera la soglia del 61%. Sarà anche per questa urgenza che l’ultimo Rapporto Giorgio Rota su Torino (2018) è stato dedicato proprio al terziario.
Significativo il titolo assegnato alla ricerca: «Servizi: uscire dal labirinto».
Carla De Meo (Treviso, 1966), giornalista professionista. Ha lavorato per il Sistema Camerale Veneto, al Gazzettino, ad Antenna Tre. Conduce convegni ed eventi formativi (Made Expo, Edilportale) si occupa di comunicazione strategica di progetti online e offline (edilizia, sostenibilità, economia circolare, comfort, hotellerie).